E’ andato in scena nella suggestiva cornice del Teatro Romano di Carsulae, domenica 23 Luglio, “Filottete”, tragedia greca di Sofocle prodotta del Teatro Pubblico Ligure.
Lo spettacolo inizia con i colori del tramonto che si stagliano nel cielo randendo questo sito archeologico ancora più magico. Nel teatro Romano prendiamo posto e improvvisamente sembra di essere tornati indietro di più di 2000 anni.. solo le cicale ci fanno compagnia… l’antica Carsulae ci accoglie con la sua unica atmosfera.
Si accendono le luci e sul palco ci dà il benvenuto Sergio Maifredi, regista e direttore del Teatro Pubblico Ligure, che cura la produzione dello spettacolo.
Sono le sue parole ad immergerci in quest’opera tanto classica quanto amata, parte di un progetto iniziato lo scorso anno con “Aiace”, sempre di Sofocle, che si prefigge di realizzare una trilogia dedicata alle “tragedie Odissiache”. Quest’anno in scena “Filottete”, sempre di Sofocle, e il prossimo lavoro, che andrà a chiudere la trilogia, sarà “Ecuba” di Euripide. Della scelta delle opere ci parla il regista Maifredi:”Quelle scelte sono tre tragedie in cui Odisseo è un personaggio “drammatico”; nell’Odissea lo abbiamo conosciuto con lo spirito di un soldato che insegue la conoscenza, di un uomo che vuole viaggiare, che è condannato a viaggiare per il suo ritorno. Odisseo è un cantore che sa raccontarsi, Al contrario degli eroi dell’Iliade; emblema di forza, a lui viene dato il dono della parola, per cui è in grado di comunicare con le altre genti ma, soprattutto, è in grado di raccontarsi. Ecco, l’Odisseo che ritroviamo nell’ “Aiace” e nel “Filottete” è molto diverso da quello narrato da Omero, incarna lo spirito dei tempi dell’Atene di Pericle… un Odisseo che sa mediare, che sa trovare un compromesso, può non piacerci perché distante dall immagine ormai disegnata da Omero, ciò rappresenta un’evoluzione, perché Odisseo sceglie la via della parola e della diplomazia, e non soltanto quella della forza bruta: è un superamento… è un eroe più moderno!”.
Si resta quasi storditi, il dialogo si staglia tra nostalgia, dolore e speranza, e si viene rapiti dal gioco d’inganni di Odisseo… sfiorando il rapporto tra gli esseri umani e il loro destino.
Sonia Lustrino